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Risk management, studio Anra: “Imprese italiane hanno un elevato livello di maturità”.

Oltre il 45% delle imprese italiani presenta un Erm con un elevato livello di maturità. A rivelarlo è un’indagine condotta dallo studio Protiviti-Anra sulla diffusione dell’Enterprise Risk Management nelle aziende. A snocciolare i numeri è stato Alessandro De Felice, presidente Anra durante il Convegno Anra “Sulle ali del Risk Management”, ventesima edizione dell’appuntamento annuale dell’Associazione Nazionale Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali che si è tenuto il 3 ottobre a Milano.

Sono molte le organizzazioni che hanno introdotto programmi di Erm, ma sono ancora poche quelle che hanno saputo integrarlo efficacemente con i processi chiave. L’86% delle società italiane incluse nello studio è quotato in Borsa, e questo suggerisce che le raccomandazioni del Codice di Autodisciplina per le Società Quotate e gli stimoli che ne sono seguiti hanno avuto un ruolo chiave nel percorso – spiega De Felice –  Oltre a questo, un’azione di sensibilizzazione sull’importanza del risk management e dell’integrazione nei processi di pianificazione strategica contribuisce a incoraggiare una gestione proattiva dei rischi, che risulta in migliori performance aziendali”.

La ricerca ha analizzato il livello di maturità di 63 imprese nei diversi ambiti dell’Erm quali risk governance, risk appetite, risk culture, valutazione delle opzioni strategiche, pianificazione e budgeting, strategy&business execution, e ha coinvolto aziende di tutto il mondo, con headquarters in Italia (35%), UK (21%), Africa (11%), Stati Uniti e Canada (10%) e in altri stati europei (17%) e del mondo (6%).

La trasformazione digitale delle imprese

Dopo l’intervento di De Felice e di  Paolo De Castro, Parlamentare europeo, primo Vice Presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale UE e docente dell’Università degli Studi di Bologna, Paolo Gallo, Amministratore Delegato Italgas ha parlato del percorso digitale intrapreso dalla sua società. “La trasformazione digitale, riguarda tutti gli ambiti dell’azienda e ha tre direttive: Digitalizzazione del network, procedimenti e strumenti digitali forniti. I vantaggi della digitalizzazione sono enormi: un esempio è la manutenzione predittiva, che prevede i problemi ad anteriori. Poter avere grandi quantità di dati, questa è la vera trasformazione digitale. La trasformazione digitale non è solo una moda, limitata ed esclusiva a certi ambiti, deve essere completa e diffusa per portare a dei vantaggi competitivi enormi: riduzione costi, miglioramento della sicurezza da cui arrivano i rischi maggiori”.

Nel corso della giornata si è cercato di fare il punto sulle innovazioni e le criticità del settore tecnologico in relazione con la gestione del rischio, con le due tavole rotonde: “IoT e nuovi modelli di gestione d’impresa” e “Cyber risk e imprese italiane, a che punto siamo?”.

Non si possono ignorare gli impatti sui modelli di business della trasformazione digitale, come sottolineato da Antonio Catalano, Responsabile Digital Transformation Tenova, in quanto le innovazioni introdotte dall’Industry 4.0 rappresentano senza dubbio delle opportunità di crescita, ma possono comportare rischi per quelle aziende che le implementano senza prima un’accurata analisi. Sulla stessa linea Carlo Causio, Chief Risk Officer di Telespazio, che ripercorrendo la storia dello sviluppo dei sistemi IoT ha dato anche diversi spunti sui loro utilizzi futuri nel Micro (quali Domotica e Smart Industry) e Macro (come Smart City, Smart Agrifood).

Il rischio cyber in Italia

Un altro tema fondamentale è stato quello della tutela contro le attività cybercriminali in Italia, il cui costo è pari a circa 10 miliardi di euro e in continua crescita: ad oggi, come evidenziato da Paolo Borghesi, CISO e Business Continuity Manager di Nexi, più d’una compagnia ha adottato standard, tecnologie e coperture diverse contro i cyber attacchi, permettendo di stimarne i costi d’impatto in termini reputazionali, operativi, legali ed economici, ma allo stesso tempo sia il mercato sia il settore assicurativo stesso dimostrano ancora una consapevolezza e una maturità non sufficienti, a volte lacunosi, ed è dunque fondamentale promuovere un approccio risk-based al tema.

Massimo Tammaro, ex Comandante Frecce Tricolori ed ex Responsabile ERM Ferrari, ha esortato tutti i partecipanti all’azione: “Un errore assolutamente da evitare è quello di dire ‘questo non succederà’. Bisogna saper cogliere i segnali del mercato per adattarsi ed agire – e non reagire – rapidamente. In un mondo come quello attuale, sempre più veloce e disruptive, l’apertura mentale e la capacità di valutare scenari futuri diventano doti indispensabili, non solo per i risk manager”.

Imprese e cambiamento climatico: quali strategie adottare?

Nessuna impresa è un’isola: come affrontare i cambiamenti climatici” è stata la terza tavola rotonda della giornata, che ha tracciato un profilo delle strategie attuate dalle aziende per gestire gli impatti dei cambiamenti climatici sul proprio business, e indagato come si possa costruire un’efficace resilienza di fronte a un fenomeno dalle manifestazioni imprevedibili e che riguarda tutte le realtà, anche quei settori in cui il coinvolgimento non è sentito perché non appare così immediato. Serena Giacomin, Meteorologa del Centro EPSON Meteo e Presidente dell’Italian Climate Network, ha focalizzato l’attenzione sugli aspetti scientifici e ambientali di quanto sta avvenendo, fino ad arrivare a descrivere gli scenari futuri: è compito proprio del Risk Manager preparare l’azienda al futuro, esaminando i rischi fisici e da transizione, cercando nuove opportunità, e aiutando le imprese a strutturare piani industriali e business model adatti ai nuovi scenari, come ha spiegato Fabrizio Tucci, Chief Risk Officer del Gruppo Iren, portando l’esperienza di un settore, quello dell’energy & utilities, particolarmente esposto.

Comunicazione corporate e fake news

In chiusura, una riflessione sul tema delle fake news e del loro proliferare incontrollato nel terreno del pluralismo informativo generato da Internet, con la tavola rotonda “La comunicazione corporate nell’era delle fake news”, che ha analizzato in particolare le conseguenze per le imprese di una gestione assente o poco efficace della comunicazione, dal punto di vista sia reputazionale sia economico.

“‘Vivere nel rischio significa saltare da uno strapiombo e costruirsi le ali mentre si precipita’ scriveva Ray Bradbury, autore di Fahrenheit 451, alla fine del ‘900.”, ha ricordato il Presidente Anra Alessandro De Felice chiudendo il convegno, “Una metafora efficace che racconta il cuore della nostra professione: affiancare chi sceglie di non restare a guardare le occasioni dall’alto ma di coglierle, affrontando un coraggioso salto nel vuoto – perché questo significa, oggi, fare impresa – con la consapevolezza che il nostro lavoro può trasformare questa caduta in un volo. È il motivo per cui abbiamo scelto una metafora come titolo di questo Convegno: ‘Sulle ali del Risk Management’”.

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