Dia Prime Time: il racconto della seconda giornata.
La seconda giornata di Dia Prime Time si è aperta con Roger Peverelli, co-founder di The DIA Community, che ha illustrato quattro trend che interesseranno il settore assicurativo nell’era del New Normal. “Nelle prime settimane della pandemia sembrava di essere in un film apocalittico: corse ai supermercati per fare scorte, code in strada per uscire dalle città etc. Durante i mesi di lockdown abbiamo imparato a fare cose nuove: suonare la chitarra, fare il giardino, cucinare. Il cambiamento che abbiamo visto è stato veloce e senza precedenti. La crisi ha amplificato alcuni trend. Ne abbiamo identificati quattro: la salute è stata messa al primo posto (mangiare meglio, allenarsi di più e condividere più dati per tenere sotto controllo la diffusione del virus); aumento di servizi in streaming, legati al lavoro, allo sport, alla cucina, inoltre le persone usano meno i mezzi pubblici e preferiscono lo smart working; incertezza senza precedenti (incendi in California, esplosione a Beirut, Covid19 nel mondo, crescita esponenziale dei disoccupati), con la disinformazione pericolosa quanto la pandemia; empatia diffusa (difficili decisioni di chi detiene il potere prese velocemente per evitare il peggio, riscoperta del valore della famiglia, solidarietà per le attività locali)”.
L’intervento di apertura è stato poi accompagnato dalla presentazione di quattro insurtech: WeSmarti, Open As App, Dig e Yellowmay. WeSmarti ha realizzato un open platform B2B2C che realizza prodotti parametrici e digitali basati su blockchain. Open As App è una piattaforma di intelligenza artificiale senza codice che permette agli utenti di creare o condivide app. DIG ha creato una piattaforma modulare basata su API che consente ad assicuratori e banche di dare vita a nuove proposte digitali a velocità record. Yellowmay è un marketplace assicurativo globale indipendente basato su un algoritmo che consente ai clienti di trovare coperture adatte alle loro necessità.
Kon Maragelis, Senior Mobile Specialist presso Blancco ha parlato delle potenzialità dello smartphone applicate alle assicurazioni. Blancco ha realizzato un’app denominata Blancco Mobile Insurance. La soluzione, basata su browser, sfrutta la machine learning per rilevare i danni presenti sullo smartphone e successivamente offre una copertura assicurativa. “L’accuratezza arriva al 98%. Inoltre la rilevazione del danno è veloce e facile. Il test dura meno di 2 minuti” spiega Maragelis.
L’impatto del Covid-19 sulla trasformazione digitale delle assicurazioni è stato il tema attorno al quale si è sviluppato l’intervento di Reggy de Feniks, co-founder di The DIA Community: “Le persone sono resilienti. Nonostante abbiano subito un grande cambiamento stanno facendo tutto da casa: lavoro, scuola, shopping. Secondo l’analisi dell’Università San Gallo, l’82% delle persone pensa che il Covid19 abbia avuto un grande impatto sulla distribuzione. Le persone passano più tempo online, per esempio nel Regno Unito sono aumentate del 40%. Vivere connessi è la nuova normalità. In questi mesi abbiamo visto lo sviluppo di nuovi trend: la salute al primo posto, la smart home, l’utilizzo di mezzi di trasporto personali, offerte sempre più personalizzate, interazione digitale continua (non ci sono più riunioni faccia a faccia) e infine tutte le soluzioni si basano sui dati”.
Dopo Reggy de Feniks, altre quattro insurtech hanno presentato al pubblico le loro soluzioni. Cybercube, Qollabi, Snapview e Wide Group. Cybercube ha presentato Broking Manager, soluzione che consente ai broker di comprendere i profili di sicurezza IT e stimare le perdite finanziarie dovute agli attacchi informatici. Qollabi ha dato vita a Qollabi Business Relationship Management Software (BRM), soluzione che aiuta le aziende a collaborare digitalmente con il loro ecosistema di partner. Snapview è una piattaforma di comunicazione di consultazione white label, che consente agli agenti / broker assicurativi di supportare i clienti da remoto e vendere prodotti assicurativi complessi. Wide group è un insurtech broker aggregator che permette all’intermediario di gestire tutte le attività di brokeraggio, mantenendo un approccio “su misura” verso i clienti e sfruttando l’automazione delle attività a basso valore aggiunto.
Dopo la seconda sessione di insurtech, sono andate in scena tre tavole rotonde. La prima roundtable ha risposto al seguente quesito: “Come incrementare le vendite in quest’epoca di digitalizzazione spinta?”. Secondo i relatori la risposta è solo una: collaborando con i propri partner e clienti. Inizia Esben Toftdahl Nielsen, Co-Founder & COO presso Penni: “I nostri clienti hanno grande fiducia in noi, per questo rimangono molto tempo con noi. Per migliorare il servizio utilizziamo calcolatori veloci. Le caratteristiche principali per la collaborazione sono: centralità del cliente e flessibilità. Concetto condiviso da Simon Bentholm, Head of Professional Services presso Penni: “Il rapporto con il consumatore sta diventando sempre più digitale, bisogna cercare di essere più vicini al consumatore per conoscerlo e capire di cosa ha bisogno ora e in futuro. È necessario avere la stessa strategia online per creare collaborazioni. È imperativo investire nell’API. I benefit di lavorare con un fornitore di soluzioni sono: time to market, performance della soluzione e flessibilità”. Conclude Kasper Andersen, Banks and Cards Partner director presso Tryg: “Dobbiamo essere rilevanti per i consumatori e essere accessibili a loro con facilità. Le partnership portano alla realizzazione di prodotti personalizzati che aumentano la soddisfazione del cliente”.
La seconda roundtable ha avuto come protagonista la piazza finanziaria di Hong Kong. Secondo King Leung, Head of Fintech presso Invest Hong Kong “InvestHK è il mercato IPO leader nel mondo”. Continua
Spencer Chan, Assistant Director, Business Development presso HKSTP: “Hong Kong gioca un ruolo importante: è il primo centro di compensazione off-shore RMB e il secondo mercato forex asiatico”. Conclude Charles Lam, fintech leader presso Cyberport: “Ad Hong Kong sono 3 network: Enterprise Network (collaborazioni con compagnie finanziarie), Investor Network (forum di cyber venture capital line up con investitori VC/ PE), Technology Network (es. Microsoft). Ecco alcuni programmi di incubazione: Cyberport Creative Micro Fund (per gli imprenditori in fase iniziale) e il Cyberport Incubation Programme nel quale 100 compagnie ogni anno partecipano con nuove idee”.
L’inclusione finanziaria è stato il tema della terza e ultima roundtable. Erlijn Sie, Global Partnership Manager di Ashoka Netherlands, è partita da un esempio pratico: “Malika, una donna africana, non ha bisogno di un computer, ma di un’assicurazione sanitaria o una contro gli eventi atmosferici, per impedire che il suo lavoro nei campi vada sprecato. È imperativo innovare e distribuire”. Concetto condiviso da George Kuria, Ceo di ACRE Africa: “Le assicurazioni sono molto importanti, ma non è il primo acquisto da fare. Non è accessibile a tutti, ma lo dovrebbe essere. L’assicurazione è un elemento tangibile”. Per Gustaf Agartson, founder e Ceo di BIMA, “non basta solo digitalizzare i processi, i canali digitali non sono abbastanza: serve il tocco umano, interagire con gli operatori telefonici. Un’idea potrebbe essere la seguente: se acquisti la nostra assicurazione, avrai accesso illimitato dal dottore. I benefit sarebbero, l’economicità del servizio, l’opportunità di avere più prodotti coinvolti, e il fatto che le persone sono in salute e con meno problemi”. Il panel si conclude con l’allarme lanciato da Shailabh Kumar founder di Uplift Mutuals: “Le assicurazioni sono molto costose, molte persone non hanno nemmeno un medico di famiglia. Le persone non sono aiutate nei loro bisogni quotidiani”.
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