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Insurtech, Minali (Revo): “Tecnologia può favorire semplificazione polizze”.

“Siamo convinti che la tecnologia favorirà il processo di semplificazione del mercato assicurativo. Una necessità che ha il consumatore e che il regolatore europeo sta cogliendo, per consentire l’utilizzo di contratti più semplici, come gli smart contracts. Proprio per questo, come Revo, stiamo investendo molto sull’intelligenza artificiale e sui rischi parametrici. Vorremmo infatti impostare il nostro processo di fornitura di soluzioni assicurative nel mondo dei rischi atmosferici e catastrofali – grande assente sul mercato italiano delle coperture – tramite soluzioni costruite su blockchain, perché riteniamo che la certificazione del dato sia fondamentale”.

È quanto ha dichiarato Alberto Minali, amministratore delegato di Revo, la Spac assicurativa recentemente quotata a piazza Affari, nel corso di un convegno dedicato all’insurtech.

Secondo Minali “le polizze catastrofali rappresentano una frontiera dell’insurtech molto interessante. Attualmente il difetto principale delle polizze catastrofali, che le rende difficilmente comprabili dai consumatori italiani ed europei, sta nel fatto che sono troppo costose rispetto al servizio che offrono. Hanno un processo liquidativo estremamente lento e soffrono di una naturale anti-selezione. Ma l’insurtech, che è riuscito a confezionare prodotti molto più semplici, abbassando i costi e semplificando le coperture, potrà contribuire a renderle più vendibili”.

In merito alla scarsa conoscenza da parte degli italiani del rischio assicurativo, Minali espone la sua ricetta: “Come sottolineato dalla relazione Ivass, in Italia manca una cultura della gestione del rischio. Noi operatori del settore dovremmo spingere il regolatore, e più in generale la politica e il governo, a farsi carico di promuovere nelle scuole una vera educazione assicurativa, oltre che quella finanziaria. Non è pensabile che i nostri ragazzi escano dal liceo a 18 anni e non sappiano nulla di coperture assicurative, non abbiano la percezione dei rischi a cui sono esposti e non conoscano nulla degli strumenti che gestiscono il rischio. C’è un gap culturale pesante che va affrontato, e sono convinto che l’insurtech permetterà di colmarlo.  Il nostro Paese vive una sorta di fatalismo assicurativo: quando abbiamo i grandi sinistri catastrofali, come inondazioni o terremoti, ci lamentiamo della mancanza di strumenti di copertura, ma subito dopo ce ne scordiamo, senza riuscire a trarre dalle esperienze dolorose il giusto insegnamento”.

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