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Angelini (Bankitalia): “L’innovazione tecnologica consente agli intermediari di migliorare la qualità dei servizi offerti e l’efficienza”.

“L’innovazione tecnologica consente agli intermediari di migliorare la qualità dei servizi offerti e l’efficienza, ma aumenta i rischi. In primo luogo, aumenta il rischio informatico e, in particolar modo, il rischio cyber. Resta fondamentale avere una cultura del rischio per avere un buon governo societario.” A dichiararlo, a margine del workshop “Risk culture training & awareness” tenutosi il 15 ottobre presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, è stato Paolo Angelini, Vice Direttore Generale della Banca d’Italia.

Utilizzo della tecnologia e cultura del rischio

Secondo Angelini, in un contesto di rapidi cambiamenti, possedere una sana cultura del rischio assume un ruolo fondamentale. In primo luogo, ha sottolineato Angelini durante il suo intervento, sono in costante aumento i rischi informatici e gli attacchi cyber. Il maggiore ricorso alle tecnologie digitali e l’aumento del lavoro da remoto indotto dalla pandemia hanno aumentato la “superficie” esposta a potenziali attacchi. In queste circostanze, in cui il quadro normativo di riferimento può non essere una guida sufficiente, una sana cultura del rischio può aiutare l’intermediario a mantenere comportamenti corretti e prudenti.

L’innovazione tecnologica per contrastare fenomeni AML/CTF

“L’innovazione tecnologica impatta sui rischi di riciclaggio o finanziamento del terrorismo (AML/CTF), imponendo agli intermediari un costante lavoro di adattamento e rafforzamento dei presidi. – ha continuato Angelini – Si pensi, ad esempio, all’informatizzazione delle procedure di adeguata verifica della clientela (il “digital onboarding”), o al mondo delle valute virtuali.” Angelini ha richiamato l’attenzione sulla digitalizzazione, la quale ha accelerato il processo di frammentazione in atto nella catena di produzione dei servizi bancari, finanziari e assicurativi. Operatori tecnologici non finanziari altamente specializzati, come le FinTech, le InsurTech e BigTech, si propongono generalmente come partner o fornitori di servizi di supporto per gli intermediari tradizionali. “In conclusione, – ha affermato Angelini – è importante che gli intermediari continuino a rafforzare l’attenzione alla cultura del rischio, tenendo conto dell’evoluzione del contesto di riferimento e sfruttando in modo consapevole le possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico”.

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