Cybersecurity, Zte apre un proprio laboratorio a Roma.
La compagnia di telecomunicazione cinese Zte ha aperto due giorni fa il suo primo laboratorio europeo sulla cybersecurity. “Siamo molto a nostro agio nel mostrare la nostra trasparenza, nell’aprire le nostre apparecchiature e la nostra tecnologia a chiunque voglia verificare e controllare”, ha detto Hu Kun, Ceo di Zte in Italia a margine dell’inaugurazione del laboratorio. “Questo centro sulla sicurezza diventerà un’altra piattaforma, oltre al centro per la formazione e al centro di ricerca, in cui i diversi stakeholders potranno parlare tra loro. Vogliamo generare idee e opinioni potenzialmente interessanti anche per il governo italiano”.
Cybersecurity, il lab di Zte
Il laboratorio di cybersecurity mira a fornire al clienti globali, ai regolatori e ad altre parti interessate servizi di valutazione della sicurezza e audit, come la revisione del codice sorgente sui prodotti Zte, tra cui 4G e 5G, audit della progettazione della sicurezza, revisione dei documenti procedurali, test della scatola nera e test di penetrazione. Il laboratorio di cybersecurity, inoltre, è una piattaforma di cooperazione e di ricerca che consente al settore ICT globale di condurre approfondite ricerche e analisi nel campo della sicurezza. L’azienda collaborerà poi con le organizzazioni di sicurezza di livello mondiale per condurre congiuntamente la valutazione della sicurezza, la certificazione, la formazione e la consulenza.
Cybersecurity, gli obiettivi di Zte
Zte, ha spiegato Zhong Hong, chief security officer di Zte, prevede di raggiungere gradualmente gli obiettivi di cybersecurity attraverso tre fasi: “Soddisfare i requisiti delle leggi sulla cybersecurity, regolamenti e standard di settore, nonché sistemi di certificazione; condurre un dialogo aperto per migliorare la trasparenza e instaurare una cooperazione con i clienti e le agenzie di regolamentazione; sostenere il meccanismo di cooperazione aperta per contribuire alla standardizzazione della cybersicurezza”.
Cybersecurity, i numeri dei tre lab
Hu ha snoccionalto anche qualche numero: sono 500 i milioni di euro investiti in Italia in cinque anni, di cui 20 milioni solo per i tre laboratori di cui quello romano rappresenta il primo in Europa per quanto riguarda la cybersecurity. I primi di giugno ne verrà aperto uno a Bruxelles mentre un altro è stato realizzato in Cina.
Al taglio di nastro del lab hanno partecipato tra gli altri anche Angelo Tofalo, sottosegretario della Difesa con delega alla Cybersecurity, Flavia Marzano, assessore capitolino alla Roma semblice e Li Bin, ministro consigliere dell’Ambasciata cinese.
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